La panchina Stegos
Il “reuse design” come visione del futuro, in cui i rifiuti non esistano…
La nostra scelta di partecipare ad un concorso nasce sempre da una spinta emotiva e la premessa del riutilizzo di materiali di scarto, il reuse design, ci è sembrata molto stimolante.
Così prende forma STEGOS, il progetto-ricerca per il design di una panchina che riutilizzi materiali di scarto di altre lavorazioni. Il suo nome deriva dalla sequenza degli schienali che ricordano uno stegosauro…
Per il progetto è stata scelta la lamiera di ferro con formati e spessori diversi che provenisse da scarti di lavorazioni di metalmeccanica o carpenteria. La scelta della lamiera in ferro è dettata da molteplici motivi:
- relativa facilità di reperimento di materiale di scarto
- ampia e collaudata conoscenza di realizzazione dei manufatti (taglio, molatura e saldatura)
- possibilità di completo riciclo a fine vita tramite la fusione
- grande resistenza meccanica, agli agenti atmosferici ed alle azioni di vandalismo
- facilità di manutenzione con semplici opere di riverniciatura grazie alle ampie superfici piane.
La panchina STEGOS si compone di elementi di lamiera metallica piana, a spessori differenti. Le lastre, complanari o sovrapposte, sono saldate per formare un piano di seduta, che grazie alla sua conformazione ad arco può ospitare fino a 5 persone contemporaneamente e favorirne la socializzazione durante la sosta nei pressi dell’ingresso alla Grotta Monumentale.
Tutti gli spigoli esposti della panchina sono molati o arrotondati per assicurare un adeguato livello di sicurezza agli utenti. Alle spalle degli schienali sono presenti due piccoli ripiani che consentono di appoggiarsi pur rimanendo in piedi. Uno dei lati della pan- china è dotato di un ripiano apposita- mente dedicato all’uso da parte di persone su sedia a ruote. Vista la collocazione in una zona alberata, in ombra per gran parte della giornata, abbiamo scelto di non dotare la panchina di pannelli fotovoltaici o surplus tecnologici come stazioni di ricarica per cellulari o tablet, dotazioni che essendo all’esterno rischiano il rapido deperimento.
Dovendosi inserire in un contesto caratterizzato dalla preesistenza di elementi ricchi di fascino e di storia come il muro in pietra, l’arco di mattoni in cotto e le colonne in pietra di ingresso alla Grotta Monumentale, la particolare forma di STEGOS le consente di staccarsi decisamente dal contorno, pur armonizzandosi con lo stesso grazie alla colorazione nei toni del marrone.
La panchina è monocromatica, verniciata a polveri, pesa circa 260 kg e si può movimentare in un unico pezzo tramite mezzo cassonato con gruetta e cinghie di sollevamento.
La panchina è dotata di ampie superfici di appoggio a terra con fori di diametro 14 mm per il passaggio dei tasselli di fissaggio. Necessita quindi solo di una superficie compatta e ben livellata per la posa che consenta di tassellare la struttura. Superfici idonee possono essere asfalto, cls, glorit o altre pavimentazioni coese.
[cit.] “Gli ipogei di Santarcangelo, erroneamente definiti tufacei, sono circa 150, scavati nell’arenaria e nell’argilla. Situati nella parte orientale del colle Giove, sono disposti su tre piani.
Vengono distinti in “grotte a struttura semplice“ ed altre a “struttura complessa”.
I primi presentano solitamente un corridoio con nicchie laterali a pettine e copertura a botte o crociera; i secondi, complessivamente cinque, sono caratterizzati invece da una struttura molto più articolata. Se per i primi si è ipotizzato un uso pratico (depositi, cantine per la conservazione del nostro Sangiovese, grazie ad una temperatura costante di 12/13 gradi), per i secondi non si esclude, invece, una finalità culturale. Gli studiosi, a tale proposito, avanzano numerose ipotesi: grotte paleocristiane, sacelli per il culto orientale del Dio Mitra, basilichette di monaci Basiliani ecc… Tuttora è un vero mistero!
Sappiamo invece con certezza che, indipendentemente dalla loro origine, sono stati ottimi rifugi per gli abitanti della città durante la seconda guerra mondiale, occasione in cui furono messi tutti in comunicazione.”